La mia pianta
sorride e si sfronda,
rotonda
si blinda in se stessa
non appena è depressa.
La mia pianta ha grandi mammelle,
gemme di girasole, bauli di bile,
sapori di giallo, mentre parla
io grillo saltello.
E se giro
lei gira e rigira,
più forte, più piano,
senza pensare al pantano del passo,
al successo lontano che avrebbe
nel caso cadesse.
A volte fa una piroetta
quando il gelo
mi avvolge le mani
o quando meno me lo aspetto
nel letto
mi sgancia le gambe
e sono mille trombe
di squilli
dai pistilli
le sue risate sguaiate.
La mia pianta è un ponte
la fonte
felice d’essere linfa.
Se annega nel pianto,
un canto di bolle solleva la pelle
e rinasce più chiara di prima,
meno solida in cima.