Un giorno

Un giorno
il pugno di fumo danzerà
sui libri tumulati a festa
potremo finalmente dire qualcosa
di molto stupido e assordante
bruciando l’intellighenzia
poi
leccheremo ciò che stride,
per insegnargli ad essere lancia,
per fornirgli due dosi di instabilità
ricucendo palpebre sui soffitti dei cieli.

Un giorno
la fortuna arriverà su un calesse
e tutti grideranno:
“sono innamorato di me stesso”
e ancora tutti grideranno:
“sono libero da me stesso”
e più nessuno sarà turista ma straniero
ovunque, in maniera gentile, la mano si tenderà.

E non ci saranno più donne di legno,
non ci saranno più uomini col regno nel petto
e non ci saranno alloggi
ma dimore
in cui si dormirà di notte e di giorno
il tempo, tornerà un concerto di parole
dove tutto ciò che correrà
sfonderà il suono, le nuvole, il Niagara.

Forse avremo alluci metallici,
avremo piedi sottili come stilo
e scriveremo parole da brucare

solleveremo il sole
con tutte le dita del mondo
e avremo palmi aperti
per bussare alle porte a piene mani,
ci troveremo, moltitudini,
a chiamare qualcuno nella nebbia
a chiamare chi non parla ma comprende
a chiamare qualcuno
che non sia sputato in terra
da un parto senza dolore e gioia

chissà, forse quel giorno
il giogo della storia
si potrà portare in croce
e potrà sbiadire in una noia
come un’altra, tra le altre.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.