Mi ritorni in mente
non come la canzone di Battisti
piuttosto come
quel tuo gioco a nascondino
o nel litigio
per l’apparecchio ai denti.
Mi ritorni in mente,
finestre aperte al salto
e l’incisivo storto,
residenza ingombrante
e la muffa
sui poster del Duca.
Cantavi
fuori da quella macelleria;
la paura
che nessuno sentisse.
*
Ora, il Benelli è rotto
e la statale
non guarda l’autunno
confondersi
tra appetiti di morte.
Ti ho sentito cantare
alle libellule
sui canali di bonifica
spiando legnate
di rami spezzati.
*
Qualcuno ti ha creduto
ma era lontano
dalle finestre aperte.