Ho iniziato a scrivere per cercare di capirmi, ho continuato per cercare di farmi capire. Alcune cose le sai solo dopo molto tempo e quando le afferri ti stupiscono.
Ora capisco perché molte mie poesie hanno la forma di un dialogo, a volte con me stesso altre con chi mi è rimasto dentro, credo di scriverle perché mi rimane tremendamente difficile parlare e dire, in più mi sembra che dando voce al mio mondo gli faccia un torto, è qualcosa che parte dal silenzio e anche un sussurro può spaventarlo.
Altre particolarità sono l’infanzia molto simile a un pugno nello stomaco, l’adolescenza in caduta libera e nella prima età adulta il crollo, la perdita di speranza, la certezza di nulla e che è tutto da capire mi spingono a dubitare di tutti, soprattutto di me stesso;
il risultato di questo insieme di cose è la mia linea guida nella vita e nella scrittura, un misto di ironia e tristezza ormai miei.