Con quella garza
sul sinolo, cadi
che a tenerti assieme
dalla bolina cedi
sulle virate al fianco aperto,
dai suoi orli di bianco,
dai suoi scandagli
trapiantati
sull’ali che hai
assetate di nuvole
ma prigioniere del pianto.
Prendi l’unguento
per cavare le mani dalle mani,
dalle sue folate
che ti sbattono le imposte
che vorrebbero aprirsi.
O chiudersi per sempre.