Anagrafe

 

Il crepuscolo si accomoda
sul balcone delle speranze,
nel silenzio cerco
la memoria del cristallo,
il suono, un dialogo,
una foto mai scattata
eppure la ri_conosco,
seguo il profilo
di una mano invisibile;
unisco i puntini
al transito della luna
ma non ci sono confini,
il prato del firmamento
è esteso nel sussurro della calligrafia,
lo scorrere dell’inchiostro
non mente mai, narra
il tempo del sale, della
serra e dei suoi semi,
di un albero che c’è sempre stato.
Il superfluo cade dallo specchio
ché gli occhi non sono ciechi,
seguono il cammino dell’ape
svelando l’esagonale
sublime del miele.
Sulla bocca non conservo parole,
stringo il sentiero del sorriso, lui
ha resistito, nonostante tutto.

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