Dov’eri quando l’alba gridava coi tarocchi in mano
senza indovinare degli istanti neanche il vivere negato?
Dov’eri quando gli ideali respiravano sui muri
davanti a palazzi benpensanti su marciapiedi sporchi
e io ero lì, cercando di cucire a filo doppio la mia carne?
O nelle notti a perdere sputate in un bicchiere di follia
bevuta a sorsi grandi e vomitata su letti di cartone, dov’eri?
Ma che importa, sono nati tanti piccoli rami
tra lo scrivere d’onde e il giardino, tu goccioli
di doccia sul tappeto che non ricordo più
dove abitavo prima