Cos’è il passato, in fondo?
Solo un enigma basculante
a disposizione dei perdenti di passaggio.
Non è più tempo di parallelismi anemici
da sfogliare con una sola mano, quella reietta.
Ho stilato liste di tutte le astenie possibili
ma è troppo tardi per gestirmi nell’attrito delle spore:
per corroborarmi, ormai
ho solo la mia nuda, furiosa indecisione.
E in sottofondo,
la percussione delle mie latenze
sull’ipossia delle foglie stese ad appassire.
Eppure, non tutto è perduto:
resta mia
la solitudine dei chiodi.
2 Comments
sempre spettacolare…
Grazie Francesca ♥
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