Ascoltava, sapeva ridere

La radio ha i rumori del legno,
la sera smuove tessuti
imbarca sogni,
mi parla ed io
accendo un fuoco appena dietro gli occhi.

Se penso queste coincidenze di treni,
questi voli a percepire assenze queste lande
ondulate memorie in frequenza Vittorio,
un sollievo mi prende
forma di una distanza vicinissima

e mi comprende un uomo fumoso di lettere
che ritagliava un lago in un quartetto d’archi
salendo agli occhi del mondo col sorriso.

Come mantiene bene la vita
questo nudo fogliame di suoni
tra due stazioni di pioggia a scomparsa:

si cuce nell’orecchio il dolore.

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