Asino Volante di Paolo Battista

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Mi ricordo della tua fica.
ero il tuo asino volante
capace di scalciare a comando
oppure di ficcarti in gola
il mio grosso cazzo orrendo.
ricordo il sole che sembrava
una di quelle tendine in plexiglass,
tu invece ricordi la follia?
e il dolore alle ali che non mi faceva
dormire?
Mi ricordo la città accartocciata
e le visioni a forma d’uovo,
le ossa scricchilanti al solo sfiorarsi,
i capitomboli e le giravolte,
le facce ammucchiate e stravolte,
e infine noi due in mezzo al delirio
di segni appuntiti come spilli
[ che squarciano la pelle. ]
Ero il tuo asino volante
adesso sono niente.

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