Barbone

barbone

 

In queste strade circolari,

vuote d’anime,

spalmate di ciarle annoiate,

capovolte, riverse nel mojito,

deglutite perché lisce scorrono,

sono acqua,

/né infamia né gloria per loro,/

anestetico illusorio alla solitudine,

alla paura, alla vertigine

che provo bagnando

la notte col mio insonne buio,

che risplende su l’unica luce

che capto respirando,

dilatando i polmoni a sera

per non perdere, trattenere,

per  imbrattare col tuo cuore

un battito alla volta

questa pagina

altrimenti bianca

di solo inchiostro tinta.

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