In queste strade circolari,
vuote d’anime,
spalmate di ciarle annoiate,
capovolte, riverse nel mojito,
deglutite perché lisce scorrono,
sono acqua,
/né infamia né gloria per loro,/
anestetico illusorio alla solitudine,
alla paura, alla vertigine
che provo bagnando
la notte col mio insonne buio,
che risplende su l’unica luce
che capto respirando,
dilatando i polmoni a sera
per non perdere, trattenere,
per imbrattare col tuo cuore
un battito alla volta
questa pagina
altrimenti bianca
di solo inchiostro tinta.