CHI C’AMMAZZA (discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani)

Sì, sì vabbe’, tu puoi dire quello che ti pare ma la verità è che a noi non ci fotte nessuno. Perché dico così? Perché sì. Perché siamo speciali. Perché noi, in fondo, siamo gente eccezionale.
Pasticcioni, fancazzisti, inaffidabili, e intanto.
Tutte le volte sembra che siamo lì che stiamo per morire, sull’orlo di chissà quale sciagura e poi invece.
Tutti a dire gli italiani ce l’hanno qui, gli italiani ce l’hanno là. E poi alla fine.
E intanto niente. E invece manco. E poi alla fine nada.
Prendi la crisi.
Ma quale crisi? Autostrade intasate, ristoranti gremiti, macchinone dappertutto, la chiami crisi tu questa?
Come dici? Milioni di disoccupati? Cassa integrazione? Esodo dei giovani?
Per carità!
È che noi siamo un po’ così, ci piace lamentarci, siamo un po’ paraculi.
Invece in Italia si sta bene, altroché. Si sta bene, anzi benissimo. In nessun posto si sta come in Italia. Dammi retta.
Prendi il cibo.
In nessun posto al mondo si mangiano le lasagne come in Italia. E gli spaghetti allo scoglio. E l’amatriciana. E tutto il resto eccetera eccetera. Dove altro lo trovi un posto dove si mangia all’italiana bene come qui?
Tu dirai “Grazie! Per forza siamo in Italia!”. E io ti rispondo “Appunto. Lo vedi che lo sai anche tu che in nessun posto si mangia meglio che in Italia?”
D’accordo. La cucina andalusa si gusta meglio in Andalusia e quella internazionale si apprezza meglio in luoghi internazionali come Cinisello Balsamo ma la cucina andalusa fa più o meno cagare, direi, e quella internazionale la lasciamo a quelli che mettono il burro sulle cozze. Tutti d’accordo? Perfetto. Andiamo avanti.
Prendi la musica.
Noi non avremo i Beatles ma abbiamo Modugno, Tenco, Lauzi, Battisti, Dalla, De Andrè, Bertoli, Pavarotti, Mia Martini, Rino Gaetano.
Tutti morti dici? E perché se erano vivi erano meno bravi? No? E allora mettiti un piffero nel sedere e suona un po’ di musica celtica con quello. Ok? E poi noi abbiamo inventato l’opera lirica. Non esiste un luogo al mondo dove non conoscano l’Otello, l’Aida, il Barbiere di Siviglia o il Trovatore. Che cosa? Ci sono più teatri dell’opera a Londra o Buenos Aires che in tutta Italia? E’ proprio perché noi andiamo forte e gli altri sono tutti imitatori. Mi sembra evidente. Che c’è ancora? Gli italiani che capiscono qualcosa di musica lirica saranno dodici a dir tanto? Ma noi non abbiamo bisogno di conoscerla, ce l’abbiamo nel sangue, come gli africani la danza, non abbiamo bisogno di studiarla.
Andiamo avanti va’, che è meglio.
Prendi la cultura.
Qua è successo tutto. Dalle guerre puniche fino all’elezione di papa Bergoglio. Abbiamo Roma e Venezia, Firenze e Pisa, Cogne e Garlasco. C’è stato il Rinascimento, c’è stato il Risorgimento, c’è stata la Rai con Piero Angela. Ce l’hanno il duomo di Milano a Düsseldorf? No. Ce l’hanno il ponte dei sospiri a Las Vegas? Si, ma è di plastica. Come dici? Gli italiani non comprano libri? Ma è perché ce n’hanno talmente tanti in casa che stanno ancora leggendo quelli.
Ancora con questa storia che stiamo lasciando crollare Pompei? Ma non è mica nostra la colpa! Sono i visitatori stranieri che a forza di andarci, tocca qui, tocca là, le vibrazioni, i colpi di tosse, i flash e poi ti stupisci che viene giù tutto. Ora dovrebbero metterla a posto loro Pompei, altroché! E noi sempre a darci la colpa da soli! Loro il loro patrimonio artistico se lo sanno tenere da conto? Eccerto! Non ne hanno! Si fa presto così.
Non lo sapevi che Bologna è stata la prima università in Europa? Come? Oggi risulta la centottantottesima al mondo? Sì, come no. E chi l’ha fatta ‘sta statistica? Vorrei proprio saperlo.
E poi è inutile che insisti ancora con ‘sta cosa della scuola, degli investimenti. Basta. Allora non hai capito. Noi non abbiamo bisogno di occuparci di cultura perché noi siamo la cultura. Sono gli altri che devono studiare noi. E ringraziare che glielo permettiamo.
E poi guarda, basta deprimerci, basta sottovalutarci. Guardati intorno. Tutto quello che facciamo, lo facciamo bene. Pensa la costiera amalfitana, il parmigiano, Monica Bellucci, il mare della Sardegna, la pasta, il monte Bianco, il Vaticano, lo stretto di Messina, il festival di Sanremo, Giulietta e Romeo. Vogliamo fare una cosa malavitosa? Tacchete. Ti inventiamo la Mafia che è un modello in tutto il mondo. Vogliamo fare una cosa che si mangia che piaccia a tutti ma proprio a tutti? Tacchete. Ti tiriamo fuori la pizza che tutti nel mondo ne mangiano così tanta che credono d’averla inventata loro. Vogliamo fare vestiti eleganti? Tacchete. Ti inventiamo i vestiti di Armani.
Cosa vuoi adesso? Cosa dici? Gucci, Ginori, Valentino, Bulgari, Fendi e Ferré li hanno tutti comprati gli stranieri? E noi ce ne inventeremo degli altri! Noi siamo fantasiosi, non lo sapevi?
Abbiamo la Ferrari, la Ducati, Emma Marrone, Dante Alighieri, Gerri Scotti e ne possiamo produrre ancora quanti ne vogliamo.
Perché qua c’è stato Lorenzo il magnifico, ricordatelo, e da allora siamo tutti magnifici. Per diritto ereditario. Non lo sapevi? E allora vai a farti cambiare il passaporto va’, se sei di quelli che credono a quello che vedono. Noi italiani, modestamente, crediamo anche e soprattutto a quello che non vediamo. Siamo un popolo di fedeli. E di santi. Bisognerebbe anche dire di navigatori ma in questo campo siamo un po’ al ribasso che ‘sta cosa di Schettino ci ha dato una mazzata. Anche se io in tutta quella faccenda non ci ho visto chiaro. Secondo me l’hanno pagato i tedeschi perché erano invidiosi del successo italiano della Costa Crociere.
Come dici? La proprietà della Costa è americana?
E sarà di qualche italo-americano! Tanto pure l’America l’abbiamo inventata noi. Non lo sapevi?

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