Fagociterei il tuo respiro
rapidamente a rapirne il soffio
che sottende la mia espansione.
Cannibale del cuore, cerco
instancabile di installarmi
sui tuoi canali di scolo
aperti nel defluire dell’antro fiducioso.
Senza avvisi alla memoria fiorita,
riformerei la tua zona di sicurezza
armando il cardine della ragione
per la prima recrudescenza del fronte.
Sembrano costole di sangue
queste libagioni dell’assenza
che si tange e non si installa
senza trattativa alcuna.
Quella bolla che sbiello di sbieco
per sbirciare i livelli d’allarme
e mantenerli entro limiti accettabili.
Orrifico è sentire la terza voce che spara a zero
quando, capace di insinuarsi senza mezze misure,
colpisce di soppiatto i tuoi viaggi in itinere
coll’intento d’assaggiare dosi di fragorose rose.