Canone VI

 

Perché tu possa respirare ancora

i sogni infranti nell’aria serale,

ti farai muta come la città

nel momento in cui s’addensa nebbia

sul tuo profilo di allettante menade.

Un tempo in cui sorridesti brevemente all’incontro

delle nostre ombre fu intorno a mezzogiorno;

fuori del centro certi casolari

tenuti sulle secche dei torrenti,

offrivano riparo ai sottintesi.

La notte fu poi nuda rifrazione

dell’essere. Al di là di ogni confine.

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