Care formiche vi sento
mentre tramate la fine del mondo
aspettate almeno
ch’io finisca la mia poesia
non ho ancora iniziato il mio
giro lacrimevole di dubbi
e voi già mi salite sulle scarpe lucide
Perdonate i miei tacchi stucchevoli
che danno mille combinazioni alla notte
formiche di carta e di sughero
che lasciate intatte
le mie antiche gocce di sudore
Vi prometto un verso
da portare in spalla
come un sassolino di pane
e vi prometto
un giro sulla mia barchetta di ricordi
Brinderete su una giostra di liquori ai miei peccati
vedrete stelle incallite
e ragnatele e pietre vulcaniche
andrete curve per soffitte polverose
dove annidano sogni e strilli
suonerete corde d’acqua e cembali
e vi addormenterete stanche
sulle ossa rotte dei miei carnevali
sui tratti di matita colorata
che disegnano la mia follia
Sarà una fine del mondo tutta da ridere