Tra quelle costole di silenzio
dove lo scorrere d’acqua
non è rumore
a volte torno
– custodia di cento vite-
per rileggerle in tutta pace
e confonderle:
dentro sguardi lasciati la sera prima
uguali da un secolo
nell’invincibile sorellanza
e nei sassi di guado
tremolando passi che appaiono
talora gravare
del medesimo lievissimo peso