Graziano Ciacchini

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Sono nato a Pisa il 28 ottobre 1965 e vivo in provincia di Pisa. Scrivo poesie da circa 15 anni ed ho iniziato a dipingere 10 anni fa, quando il regalo di una scatola di colori, mi ha permesso di scoprire una nuova forma di espressione e lo sbocciare di una nuova grande passione.

Nel 2003 ho pubblicato una raccolta di poesie, corredata da alcune foto dei miei quadri, dal titolo “In Ombra” (ed. Pacini, Pisa).

 

Alcune mie poesie sono pubblicate su riviste letterarie e su raccolte antologiche prevalentemente legate a concorsi letterari ai quali ogni tanto partecipo.

Attratto dalla contaminazione tra le diverse forme espressive in passato ho scritto versi, poi messi in musica, testi per coreografie, corto e mediometraggi, videoarte, poesia in video. Tra i quali mi piace ricordare il mediometraggio ‘letture d’acqua’ autoprodotto nel 2004 e presentato nella sua versione dal vivo, in molte rassegne.

Negli ultimi anni la mia curiosità è particolarmente orientata verso la ricerca, o verso la scoperta, del mio linguaggio pittorico. Risultato di questa attività sono tre mostre personali ed alcune collettive, realizzate nella mia città

≈≈≈

castelli di sabbia (in aria) acrilico su tela 60x60

APPENA MOSSE, AL VENTO DELLA SERA.

 

Non era che un abbaglio di memoria

oblio di un gioco senza vincitori……

 

Lo splendido giardino adesso è spoglio

arbusti al vento, perso, di un’estate

si piegano alla brezza meridiana

e come allora…

il giorno, lentamente, poi sbiadisce

nell’ombra della casa abbandonata

da cui si vede il mare, tutto intorno.

 

Echi lontani….

 

Perduti sogni, verso l’orizzonte

la via che fu dei giorni si esaurisce

per lasciar spazio al tempo del silenzio….

 

 

Non siamo che passanti in terra d’altri

isole mute, battute da ogni vento

 

frusciare d’ali, perduto dentro al cielo

d’inutili stagioni di passaggio

che spera di svelare in altre braccia

l’enigma interpretato e mai risolto

dal provvisorio incontro con l’amore.

 

≈≈≈

the last picture of summer acrilico su tela 50x70

VIBRAZIONI

 

Il vento che accarezza le colline

inventa suoni

 

Sembra sia il mare

che immerso nel silenzio

degli anni sconosciuti

ascolto in questo luogo

di memoria

 

Le cose

nella stanza abbandonata

si svegliano in ricordi

d’altre vite

 

di giovani stagioni

e d’ogni sogno

perduto nel risveglio

d’altri giorni

 

eppure sopravvive

al suo passaggio…

 

la fantasia che allora

sembrò eterna

torna leggera

di nuove vibrazioni.

 

La linea del mio tempo

si rivela

soltanto un’illusione

figlia d’altri

 

e rassegnato e fiero

mi riscaldo

nel sole che per molti

è già tramonto.

 

≈≈≈

compieta acrilico su tela 40x50

GIORNI STANCHI

 

Non voglio riconoscere

 

il disvelarsi attento

del destino

 

in questa strada

anonima e sconnessa.

 

 

Come un viandante cieco

me ne insegnasti il bordo

 

ma non la prospettiva

 

per relegarmi in terra

(arreso a vani sogni)

d’inutile ricerca verso te!

 

che altrove inventi, ancora

giorni stanchi

dal fondo, di solennità

violate.

 

≈≈≈

DSCN1804

DOPO LA FESTA

 

 

Svolazza via nel vento.

 

L’attesa della sera

è carta straccia

 

e un cane annusa, lesto

i resti della festa, abbandonata

dal repentino avvento della notte.

 

Disegni, quella scena

quale comparsa ignara

della trama

e accarezzando il tempo

 

in gioghi d’omertà

 

ti disinneschi immensi

già sognati

e schieri, in leggerezza

la gelida stagione dell’ormai.

 

 

Cammino le orme stanche

calcate dai miei padri

 

ed oltre le barriere

del tuo mare

m’inganno d’orizzonti

 

(e cerco appello)

 

in ali di giustizia

mai spiegate.

 

Commento di Alba Gnazi

(Non siamo che passanti in terra d’altri

isole mute, battute da ogni vento)

Sono questi, i connubi che ci interessano, le zone franche in cui l’Arte raduna se stessa e in sé si compiace, questi i paraggi in cui ci piace sostare e respirare – respirare l’Unicuum che rende le Arti sorelle non scindibili: ci aspettavamo dei dipinti, sono arrivate a corredo le parole poetiche, che traducono in grafemi e versi quel che il colore e la forma sintetizzano e creano per gli occhi.

L’impatto dei dipinti viene caricato ed esteso dalle poesie; gli estremi della metafora si incontrano nelle immagini tratteggiate dalle parole e in quelle visive, in un’assonanza che senza fatica colma i sensi e le aspettative. ‘Colma’, ho scritto: errando, ché come tutto quel che tocca le corde interiori non sazia mai fino in fondo, non disturba, non diviene banale, lascia affamati e stupiti, e ancora in cerca, ancora in attesa.

Nei dipinti, nelle poesie di Graziano, si disvelano mondi: come ho detto anche altrove, ognuno trova i propri, caricandoli di quel che è e ha all’interno di sé, come avviene con doni inattesi che divengono personali e intimi, che sembrano studiati appositamente per noi; lì da scoprire secondo i nostri tempi, i nostri ritmi, le nostre risorse.

Siamo soliti mettere a margine di ogni silloge un commento, ma qui volutamente ci poniamo un autolimite, temendo invasioni inopportune in questa spettacolare Danza che Graziano ci offre. Ne seguiamo il moto e il battito, silenti e cauti: a dire un grazie sentito, pieno di ogni significato possibile.

1 Comment

Attratta dai bellissimi dipinti mi sono lasciata invadere dai versi altrettanto incantevoli…Bravo è un piacere leggere e ammirare!

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