Confini

d’accordo, potrei dire che c’ero,
che prima qui saliva una stradina polverosa
e che un giorno conobbi uno zingaro
e insieme leggemmo i versi di Kavafis;
poi lui ricominciò a salire sui pullman
ed io tornai a guardarlo dal balcone.
Mia madre aveva un orecchino d’oro e un lobo delicato,
la sera leggevamo Céline e guardavamo insieme la pioggia
Céline e pioggia per giorni.

Penso che prima o poi dovrò finire la collezione di lattine cominciate nell’ottantadue;
smetterla di fissare le persone alle fermate,
salutare mio figlio dal balcone con la paura che il balcone cada.
Dovrò imparare finalmente a disegnare i confini della Romania,
trovare una stradina polverosa dov’è nascosto un orecchino d’oro
e ricucire l’orecchio a mia madre per raccontarle che piove da giorni
e nessuno lo sa.

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