DA CONSUMARSI, PREFERIBILMENTE

Poi è successo
che piano nel tempo, una reazione
via l’altra, il ciclo di Krebs
ho finito per scordarlo.
Ancora lo vedo
novizio – sarà stato
l’ottantuno- accomodarsi qui
con tutta l’aria di voler restare
e d’allora albergarmi
sulla lingua,
ospite fedele pronto
a farsi evocare.
Oggi ne resta
la presunzione. E l’esempio
che dopo di lui molti
vanno seguendo,
la data della pace
di Augusta, i nomi
delle sette meraviglie,
delle nove muse, dei cinque
pilastri e delle troppe città
che ben prima dell’odore
hanno perso alla mia mente
il nome.
Anche questo recinto dunque
non era sacro
e ogni riga
della sonata a Kreutzer, ogni nota
di Blue train aveva
etichettata in me
la sua scadenza.
E tutti i giorni consumati
per rinchiuderle, ogni sforzo
per tenerle a me
mai potranno vincerne
l’ invincibile impazienza
di tornare,
dopo la parentesi
delle mie labbra,
al mare.

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