Ouverture
Per quale ragione, anche infima,
dovrei smerdacchiare di parole-missiva
una pagina lìntea; e magari
all’inizio d’inverno, quando il sole
emana profumi più distanti…
Vabbè, restano i nostri privati odori
a rammentare la sospensione tra aria e acqua:
della terra, manco si accenna. Oppure, mal
che vada, si rulla a tavoletta
per le autostrade verticalizzate da pensieri
che ben ci guardiamo dall’indagare. Una
o più soste per pisciare lùppolo nei grill preferiti,
e via; lasciando le presunte santità
in comodato d’uso alle stelle sempre uguali.
Ti dona, la maglietta che sa un po’
di gasolina verde: sopporterei ciò
ma debbo ascoltare il parere
dell’esofago. Eppure, quanta purezza
nel tuo amalgama di tatto-spirito-metallo fuso.
Se il lato più limpido del mondo
ci stia osservando, non saprei dire;
ma quali e quanti kW·h respiro
dai tuoi occhi! E vedo che,
dopotutto, hai voglia di modulare
stralci della tua infinita Comœdia.