Affitterò nei prossimi tempi
la mia ubriachezza
spogliandomi dei residui di quella divinità
che tentavo di spacciarti
per vera prima di lasciarti andare
nel letto che non riesci a odiare
pure avvertendo la presenza del malanno
nei vestiti sparsi a rammendi e tinte sbavate.
E ci sfibriamo all’aperto, infine,
scorriamo l’ora meno mortale
e ritroviamo volti e materia come lasciati,
in una kermesse di posate
e calici straripanti.