Se il tempo spalanca mite
il colle. Livido suono mi giunge
Lontano, quasi fosse remoto.
Di spazi prostrati a beneficio
in una preghiera colta
e assoluta
Ché l’oggi presunto, mi placa la parola.
La ferma salda.
Nel dinamico fervore delle Libagioni
E tra quei colli a cui non manco
nello sguardo oltre il varco.
A temerle
queste brevi meraviglie
mi cingo il capo.
Benedetto sulla fronte
da un bacio
che rincuora infinito.
Cosicché vi lascio l’ animo
[nella mattina che sorride]
Attendendone il rientro
sfrondato dal fresco
coro di vastità
E attardandomi su salvazioni
ancora intonse
al miasma
che ci avanza