Dedica

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Si fa un gran parlare oggi…
di morte poi, si bisbiglia in sottofondo
come umili ratti nel sottobosco
nascosti, ammonticchiando ciarle

E rido
rido caro mio
e considero
la risata esausta dei tuoi denti
nel carnale sfacelo
[disgraziato]
dondolato all’ago
come un limone.

Un ramo d’ipocrisie!

Eri.

Ed è questo verbo: imperfetto
a occupare spazio nei ricordi
Non più l’immagine affilata dei tuoi denti
Non più la volontà che capovolge se stessa!
Ma il perfetto sconvolgimento dell’assenza
Trasmutata in specchiere d’indefinito che intimidisce

Rido
rido amico mio
e smuovo appena
qualche foglia,
di quel sottobosco
ombroso,
che ci rende vili
che ci rende
schiavi alla morte
succubi
dell’imperfetto

Quasi fossimo noi
a dondolare appesi
sui rami stanchi
di alberi in commiato

immobili come radici
ridicoli nel significato
inutili
nel dirti addio

 

 

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