c’è ancora questo ultimo fardello da dirvi:
sappiate proteggervi da ogni astuta finzione del bene;
dal benessere che viene per darvi una pace grossolana, banale: amate,
per quel che potete, il bene nudo e animale d’una consolazione
qualunque affanno la rechi,
qualunque soglia o frangimento
ne sigilli il dramma in piccoli ossi di luce;
sentite il suono di ogni singola crepa
la sottrazione venuta a regola d’arte
per sanguinare gli occhi
per dare vene all’aria profonda
che metta vie all’amore:
com’è difficile a capirsi il puro bene:
questa macchia di umido al cuore
questo lenzuolo gonfio d’aprile che è quasi una voce.