Della Pioggia Sporca

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Sotto i ponti, l’Esistenza
s’atteggia illustrata
nell’acre odor di questi vizi,
ch’osservarla mi dilania.

Poiché Io, ad un passo solitario dalla fiala,
con dita forti detergei ogni libagione con follia

E la purezza dei colli,
mescolata alla sapienza del cemento
fu nemica ai cancelli delle croci,
che m’attesero impazienti

E’ Così che m’allontanai – con vene tese, ubriache:
Tra le urla del corpo su viscere ottuse
dall’amarezza ‘Oppioidale’

In un sol fremito e spasimo,
per un’oncia marrone morte
sopra l’unghia incarnita

E con il dolce suono di un addio
che ricadde spezzato
nel suo disincanto.

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