Demetra

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Ti dirò dei piedi feriti;

 

Dolomiti e tempie falciate

come la voce

che a stento trattiene

la ribellione tra i capelli

rimanendo nelle falcate.

 

Ancora qui,

ancora qui mi strofino

sul pietrisco vestita di sale.

 

Demetra,

 

rimango pungente

nell’assolo sconsiderato,

agnello in fuga dallo stallo

e da colline senza mietiture.

 

Demetra, mia terra…

 

ancora qui

trovo lingua dolente

che non è dato sapere

se mai sarà un dono

dimenticare.

 

Ancora qui Demetra

 

interpretando l’ironico

stare al mondo

 

nel mentre lucido monili

al campo santo

e il calpestio

diffida questa morte.

 

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