Di Te


Le tue mani, le ho scordate qualche metro più in là;
l’ultima volta abbracciavano il clero
traguardando con occhi sanguinolenti
le crociate finzioni dei nostri addii.

Poco più veloci di proiettili sparati sulla mia croce
e con un bavero di strafottenza tra le colpe,
rimbalzano di vuoto perpetuo sulle mie gonadi disarcionate

Uno schianto senza soluzione, ahimè
non v’è coltivata la cruda erba dei giardini
sotto i tetti del mio sentimento, solo pietre dure

Ed ora, oh la tua immagine
piramide e Cheope e stele degli eventi
senza prole né pariglia
illumina ogni centimetro del mio oblio

Così unica e sola, vaga di limbo
a due passi dalle supernove antiche
senza alcuna possibilità
di sfiorare le corde vellutate
con dita agili

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1 Comment

..è l’idea della fine che tutto contamina, quella tigre che ci spaventava da bambini, ci sembrava di vederla ad ogni svolta, in ogni angolo buio, …..po d’un tratto la ritroviamo proprio davanti ai nostri occhi…
è lei, la fine, la morte di tutto…

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