dimmi di te, come metti davanti a tuo figlio
un morso di pane e un piatto di guerra
della sciarpa di pace con cui asciughi il sudore
del gioco sulla carne innocente, e le notti
a pregare che l’alba non segni nomi d’amore
nella lista dei morti. la strada, il mercato
le sedie di paglia davanti alla porta
restano vuoti a dire paura dove prima era il sole
dimmi di te, del mestiere proibito
di fare la madre quando l’uomo è impazzito
e ti ritrovi a sperare che una luna sterile
risparmi a quei semi di donna il dolore più grande