Discordo, da “Quotidiane seduzioni” – Edizioni del Leone, 2004

Lâchez oublier du coeur
l’intensa allure
soluta in manibus
litterarum modo
atipico saltando
il futuro a piè pari.
Verba currunt cava,
non solo in principio;
et raptæ, les étoiles, qui se brises dans le
diluito concetto di mondo,
replicando i dogmi
in vorticoso girotondo.

Dum captat et exsinuat
vestigia spheræ,
le noir quadrant
pourri à la surface
de larmes versées
par la grâce
d’aporie che irradiano
ogne chimera,
o il campo da cui mi deliro
per dare logica all’extravaganze et
aux hyperbates cherchés
dans les solécismes.

Se il cielo è
più stulto di me,
no ‘l so: ne ascolto
maculas summi oculis,
at ad lacrimas tempus penetro.
Je me défile de chaque
brin de terre, comme une
dominoterie défraichie
rivestendo l’astrofiche stanze
di sintetici universi.

Canso, la comédie
est le songe au négatif,
nescio quo modo. Come ignoto è il fine
delle tue visionarie pantomime.

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3 Comments

Troppo piccoli gli occhi
troppo grandi gli orgogli
e i gorgoglii ammassati
per discernere il filo
che guida fuori
il labirinto.

nulla di regalato. grazie a te.

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