Ho visto i miei piedi lavati
stesi ad asciugare
e occhi di cervo curiosare
tra pneumatici logori
e lucide carcasse d’acciaio.
Ho visto pure menti malate
rinchiudersi in posizione fetale
nell’angolo buio
della canna d’una pistola.
Altri rinchiudersi in armadi
per aggirare il destino
con gli abiti appesi
a stampelle imploranti.
Soffiato dal vento
m’aggiro tra miasmi sonori
e chiusi confini
di rintocchi di campanili
in attesa di terremoti.
Carne umana sparpagliata
m’attende sulle colline del disonore,
è un dito sul grilletto a fare la storia.