avevo l’occhio acquatico
l’orecchio nostalgico
il fiato pieno di lividi
sulla guancia una finestra di argomenti
cominciavo a morire dai piedi sentivo che
m’era d’attrito la punteggiatura
e il ticchettio dell’ora che saliva
a complicare il tempo.
Dimenticavo
che i saluti sono foglie
corpi che tremano ai confini