Distrazione

A te Allen amatissimo

che ancora mi urli dentro

 

Ho visto uno senza scampo

con la tac tirassegno

con l’odore di un mese avanti

con i denti che lo precedevano

con il catetere che lo seguiva

con la barba imperterrita

sullo splancnocranio

con l’alopecia di Fukushima

tatuato di ematomi sgargianti

ingioiellato di fleboclisi hi tech

avvolto in un pigiama gualcito

come la carta di un presepe

rovesciato

con un ribollire a ogni respiro

di moka in bianco e nero

e la pelle lenzuolo

drappeggiata sul mobilio

di una casa abbandonata

con un cucchiaino nel bicchiere

come un palo di pontile

nell’acqua di una palude al cromo

con una moglie aggrappata

ad un asse di nafta tra i marosi

con una minestra di dado

rivolo sul mento

con un film friggitoria

dilaniato di pubblicità

nel televisore bombato

appeso al cielo in una stanza

tutto tutto

ho appuntato visto tutto

eccetto un trascurabile

particolare

le mie mani da quelle maniche

slargate

il mio viso su quel perno avvizzito

cervicale

il mio destino

sull’orlo della stessa tromba

delle scale.

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