Ho disegnato un Dio dalle mille risate
che non si sgretola inconsistente, costantemente
nei pugni serrati di mani bambine, negli occhi grandi
vuoti di meraviglia, davanti a tavole sparecchiate
dovrebbero essere aperte quelle mani
imbandita di splendore la vita, e Dio
questo Dio immaginifico e fatto a pezzi
questo Dio che muore esangue, senza cuore
in ogni lingua presunto e gridato e negato
sarebbe bello fosse una favola di pane e frutta
da offrire sottovoce ai figli, per farli addormentare