Due

faccio che ti somiglio
che ti comprendo
che ti consumo faccio
che ti ritaglio
in giorni e ore da un treno all’altro
da una luna all’altra
da un tetto che il sole e la pioggia
alla fermata di una parola qualsiasi
messa all’angolo di una bocca
che ti arrampico
alfabetico e mimico
un suono d’acqua alle mani
e ti raccolgo e ti sento
mio albero
mio teatro invisibile
cuore del mio indizio
come se tutto me
e tutta te
fossimo nell’impresa di capirci veramente

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