Parrebbe strano
cadere in piedi stallo
sullo scranno del poeta
a recitare me stesso
che non ho incendi
da regalare.
Parrebbe inverosimile
rifiutare principi d’induzione
a scaldare pareti
scalate da un girino
che nuota nel campo amniotico.
Però la postura emotiva
gestisce rifiuti solidi
nell’antro antico corpo rettile
con l’uovo ricolmo di speranza.
È desiderio di saltare a piedi giunti
in un calice di giunchiglia,
appassita vita che crediamo
vada posta al centro di una conchiglia.
Quand’ecco sul dorso il mare
a bere sale che dà un pizzico
di verve nel rumoreggiante silenzio
del groppo in gola sopraggiunto.