Edipo

Un passerotto
è scaduto sulla porta,
ai piedi dell’isola
ho abbandonato la femmina
e il canto del grembo.
Oh madre, vola via!
Ho bisogno di nuotare,
nel mare
la pinna apicale
ha già offeso
i bordi dell’acqua.
Un’onta ben accetta
a quanto sembra,
piccoli pesciolini
hanno accompagnato
il mio corpo
seppur io fossi ancora nell’iride
e nel caos infernale della luna,
così docile.
Madre, madre, madre,
edipo è il tuo automa, ecco!
Lo hai allevato
per farlo scodinzolare
nella tua ombra!
Madre, sia terra l’onestà
sia cingolo il tempo
e muorimi dentro
per rinascermi uomo.

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