Ci fu un luogo che disse
sull’impossibile elettromagnetico
di come Planck serbò stupore alla luce
annusandone il piccolo intervallo
lo spazio curva
e sarà flebile cannula di giunco
a rimboccare il vuoto del merletto
solleticandoci il volto disperso
e le braccia stanche d’aspettare
Se fosse il tessuto logoro
l’indefinito di questi passi sopravvalutati
ad origliare il segreto dello spazio
[osserveremmo il quanto negativo
nel corpo nero di grandi frequenze]
Ci fu chi
comprese ma non trovò soluzione
spolverando con una mano mondi
e baciando ad occhi chiusi
la lunga distanza d’un raggio di sole
Ma, il tempo se ne avrà a ragione
[prima o poi]
svelando l’illimitato
che naviga il respiro