Enrico Barbieri – Il tremore della Terra – ISBN 978-88-98677-59-7, pp.56

tremore

Introduzione di Paquale Vitagliano

Enrico Barbieri, classe 1976, si è avvicinato alla poesia, gradualmente, attraverso il teatro. Egli infatti è un attore professionista e, come tutti i giovani attori della sua età, lavora un po’ per il teatro, un po’ per il cinema e la televisione, non disdegnando impegni di recita di poesie e altri testi.

La poesia di Barbieri non ha però nulla che rammenti il suo “mestiere” di provenienza. Direi che è una vocazione indipendente, un’arte coltivata forse all’inizio per tentativi (e in alcune liriche di questa raccolta lo si potrebbe anche intuire), ma poi con penna sempre più sicura, con episodi che a mio avviso lasciano intravvedere, una rapida maturazione e promettono sorprese per il futuro.
La caratteristica principale di questi versi, oltre ad una evidente ed elegante musicalità, sta nella eleganza anche del linguaggio, sobrio ma preciso, senza tentennamenti, ben congegnato negli effetti fonici e nelle sottigliezze di senso. Scrive Pasquale Vitagliano, nella prefazione:
“Anche se non dominante, anzi quasi esitante, credo che il nesso che questa scelta svela sia la legittimazione di questa raccolta poetica di esordio. La poesia di Barbieri è una nuova e autentica voce poetica dentro l’afasia di parole che costituisce la nostra irredimibile condizione di post-moderni. La voce della lettura orale può ridare senso alle parole scritte dentro un libro, uno dei tanti, tra i quali persino ri-schiamo di perderci come tra i resti di una civiltà naufragata. L’ombra di due amanti davanti alla finestra/ l’eco del treno dentro gli spazi nella pioggia/ tutto sembra unico nell’unità della materia
Le atmosfere, anzi le situazioni che la poesia di Barbieri crea sono antiretoriche. Non c’è oggetto, nè soggetto che ingombri la scena. L’architettura finale del verso è la scena. E questa nella sua interezza costituisce lo stupore del lettore-spettatore, il quale legge e allo stesso tempo guarda e ascolta. Senza alcuna staticità, tuttavia. L’uso naturale di assonanze e allitterazioni crea un suadente movimento a spirale che ammalia senza stordire. Sveglia, la terra che sogna/ la terra che ritma il secondo/ attimo di pioggia, il crudele/ sole, sole come sonno, lieve/ tutta la paura di una gioia/ di giornate sempre uguali“

ISBN 978-88-98677-59-7, pp.56

Sveglia, la terra che sogna
la terra che ritma il secondo
attimo di pioggia, il crudele
sole, sole come sonno, lieve
tutta la paura di una gioia
di giornate sempre uguali
il bisogno d’amore che rende
i rami un dispetto del volto
il dividersi della luna, settimane
come secondi ascesi
e la tua assenza che mi tuona
dentro e mi fa dimenticare
la mia origine animale.

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