frammento da CANTI TOLEMAICI Bastogi Editrice – 1993

…nell’odierna impasse rappresentativa vorrei
una volta per sempre uccidere
in me e in altro da me ogni idea, ogni
parvenza di soggetto, oppresso come sono
dalle blandizie multimediali e dalle
sardoniche ‘verità’ visive.
Vorrei sbarazzarmi d’ogni traccia imaginifica
per potere immaginare gli amori
da celebrare sugli atolli nuclearizzati ove
il tuo monstruum possa disporre
di sé scegliendo il calore
di molteplici soli nell’arsura d’erbe
color amaranto e nel tepore
di un’anarchia depositata
negli scrigni sguarniti di vecchio onice,
pur se minaccioso il carro ricolmo di paglia
precede l’auto da fé
della rivoluzione borghese… Non potrai
più esistere se non nell’immensa
sorgenza delle lune folgorate
dal volo dei corvi d’aprile, quando i campi
sono arati dal silenzio e recintati dai marmi
all’ora del passeggio, al di qua
delle periferie di ciò che è stato fatto e
di quel che non si farà; perché
se di bellezza si tratta è certamente
raggiungibile con l’occhio
dell’llusione panisterica…

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