I giorni della memoria

 Sprofondato nell’abisso più nero

sotto una catasta di corpi

lo sguardo impaurito si china

e spera che il visto non sia.

 

Son sveglie improvvise e sudate,

son capelli rizzati,

son urla d’animale ferito

son lacrime ancora.

 

Chi è stato e ne è uscito

ha lo sguardo

come un tronco d’olivo

una faccia che ha perso il sorriso.

 

S’è persa la voglia di vivere

allora non c’era che quella

l’uomo ridotto animale

disposto a tradire a rubare

per qualche pezzo di pane.

 

C’è chi gira lo sguardo

c’è chi non vuole sapere

c’è chi non vuol fare i conti

col suo essere umano.

 

Non ricordare è anche un modo

per giustificare la belva,

preparare il terreno

se per caso riappare.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.