Il gran respiro prima del Balzo

Le luci, non furono più così improvvise
E ad ammirar il loro fulgore, si sciolsero
gelati e spettatori di lussuriose eutanasie

Di quel calore non vi fu spiegazione,
solo restò, immobile il tempo, allo scadere
d’uno zenit mal gestito. Un tasto rosso
premuto con sufficienza cieca

E la diocesi Porpora, esultò del suo tripudio,
E gli archi delle case si tesero allo stremo.
Aspettando il passo interstellare
delle legioni celesti. Fu boato

L’armageddon di suo fece un gran respiro,
prima d’evacuare in striscioni sbriciolati
le anime salmastre al trotto dei cavalli.
Poche alla conta: sia fatta la tua volontà!

Qualcuno annui a ritroso
del suo vagito innocente.
Spezzando una lacrima
tramortì le sue ceneri
ormai perdute.

Mentre, Bucefalo nitrì soddisfatto.
Il suo verde arcobaleno, non sembrò
mai così convincente di morte

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