Contemplo,
secondi polimorfici
Lucerne, per spettri radiotinti
in viola antico
Quel manto leggero
che cela andature velate
D’ogni passo raggela
nel vento del tempo adulatore
ricordo, la finestra:
i suoi bagliori grigi
nella mattina invernale
ed i mobili castagno
giù all’entrata
Rivedo,
ogni semplice momento
di quegli occhi sprovveduti
Piccoli fiocchi scivolati
su volti di lacrime compiacenti
tra militanti ignoti
Ed il tuo carro rivedo,
in ghirlande,
e fiori e corone sparse
in cuscini al pout pourri
e rose
Tra il lento gracchiare
delle macchine
incolonnate come corvi
Poi pietre, marmi
di freddo piombo liquido
e nessuno, nessuno
a placare per un istante
il grido della neve
Che cadeva ineluttabile
come goccia perpetua
nell’abissale neo voragine
del mio cuore raggirato
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1 Comment
la neve, la morte, la fine inesorabile
senza speranza, senza pace, senza più una seconda possibilità
la neve sulla sepoltura della terra, seppellisce due volte…
e quella sepoltura, pesa di più