Mica credevo
che dopo il mormorio
colasse la cascata
Il frush frush sinuoso
passato sui sassi
sui millenni e sulle foci
Cade pesante in picchiata
su questo muso invecchiato
Ché se ne potesse dire dei cocci
Della fragile ansietà o mie credenze
Che tutto al di fuori suonasse afono
dopo la gittata nel volo delle acque
Che sciocco, che sciocco, che sciocco:
Borghese come un turacciolo antico
rotolo sul tavolo di chissà quale cucina
mentre ascolto l’ovvietà dei semafori rossi
per poi appannarmi sul vetro
di qualche bottiglia svuotata
che non mi rende giustizia