Io e il gigante

Le fascette.
Sto arrivando.
Ancora un parto
di corridoio.
I neon sparati
a singhiozzo
gambizzano
l’arto.
Neghi
l’immobilità
al suono:
ti sbreghi
le vocali così!
Il tuo pisciare
tra le cinghie
non mi sbriga
il passo.
Hai il pianto secco
del poppante
ed io
nessun istinto
materno.

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