La coscienza di un libro

Sono io a leggerti tra le righe,
ad allargarti lo sterno
per conficcarvi lo scisma
che aneli,
ancora io
immenso schermo
dove ombre agiti.

Sto fermo
ma osservo l’infezione scorrerti
negli occhi là,
dove l’immaginario sgorga.

Sono la porta necessaria
a sgattaiolare dal buio,
quando spalanchi il vivaio
da cui palpiti.

Una volta mi chiamavi maieuta,
perché capace
di pascolare mondi
e dal tuo prisma
partorire cieli.

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