Mi dispiace di dover assistere
a questa fine patetica
e che questo mondo debba assistere
alla fine di un albero
lì, in mezzo al mio bosco,
un cervo è morto
tutti gli animali
ne hanno dipinto il feretro
fino al mattino dopo
Me la immagino così
la fine del mondo
e di questo mio mondo
di tele interiori
non un numero di telefono stropicciato
non una candela bianca
non una vasca da bagno
non una finestra estiva
m’immagino il cuore del cervo
in mezzo al bosco
che rantola per ore
e poi cessa il suo poetico
andare e venire
e tutti gli animali ululare
e sbattere le ali e beccarsi come pazzi
sulla testa e sul petto
gli uni con gli altri
e lo spirito degli alberi
vissuto oramai per troppi anni,
dire:
“Mi dispiace di dover assistere
a questa fine patetica
e che voi abbiate dovuto assistere
alla morte sterile di un animale inutile,
adesso il suo corpo è lì,
guardatelo,
non serve a niente”
È così che me la immagino
questa fine disastrosa
del mio reame interiore,
con una poesia morta, e tutte le altre intorno
a piangere la sua inutile esistenza.