Comprami ancora lo zucchero filato: ad un tuo cenno
darò le spalle al capezzale, come tu vuoi. E pioveranno bonbons sui mattini di pietra
e tele di ragno da scatole dipinte: come tu vuoi. Ci sarà un filo bianco a imbastirci
l’eco della pelle rimasto nello specchio, e una risacca opaca di bicchieri sporchi
a implorarmi di addomesticare la luce. Peccato sia tardi: la sera
ci sgretola addosso un buio di zinco e di rami spezzati. Così
mastico radici amare, immaginando di esserti ancora
e odiando la terra meschina
sopra i tuoi piedi