La porta stretta

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Volevo essere ombra

e sono selciato. Penzolo

 

dalla ruota come un ramo slogato

uno straccio, un pianto ipocrita

 

che spezza la voce in fondo. Appassisco. Sono

la morte che germina al sole. E cerco

quel retrogusto di legno

 

dove tutte le ossa si calcificano

e diventano croci. Qui

 

dove anche l’inferno

mi abbandona

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Poesia struggente dove le afflizioni inestirpabili dell’Io si animano di suggestioni rappresentative che sfociano nell’assunzione unitaria degli elementi e nel superamento della conflittualità degli opposti, come splendidamente richiama, tra gli altri, il verso “Sono la morte che germina al sole”. Un testo che documenta ancora una volta lo spessore poetico, la padronanza stilistica e la pregnanza concettuale che da sempre contraddistinguono l’autrice.

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