un semplice polsino
sformato per nascondermi
coi fazzoletti sporchi; sono passati
giorni dall’ultima volta che ho contato
i cento colpi rimasti sulla spazzola. Colpa
del mortaio, che mi trasforma in una macchia feroce
mischiandomi alla sabbia, a drenare inguini gelati
e umori retinali. Chi sono io? Tolto il frammento
alla finestra chiusa restano
rifrazioni
e unghie nere, d’un nero accidentale; resta
quella lancetta ferma da anni
sull’ora del tè