http://www.deapress.com/culture/letteratura/14774-edizioni-dea-hasan-atiya-al-nassar.html
(da Il labirinto)
Mi hai abbandonato.
Mi hai lasciato nel bosco,
sono spaventato
sui rami morti.
Sono rami vivi.
Nel tuo nome ho gridato tanto,
ho urlato.
Ho portato addosso satana ardente di noia.
Nell’inizio partivo lontano dal momento,
come fosse un anno.
Nell’inizio avevo arrestato il bosco
perché era in forma di fuoco,
ma con l’anima di un fiore.
Da più di cinquant’anni
continuo a cercare di un bosco..
Non vorrei dormire,
non voglio dormire
perché ho paura dei miei sogni.
Vorrei fuggire dal mio corpo,
ché nel mio corpo c’è guerra senza inizio,
dei miei anni assetati.
Sto cercando una foresta.
La voglio foresta ma senza confini.
Vedo i tuoi rami spogliati in attesa.
Vedo i tuoi occhi, signora della cura,
e l’inverno
che urlano in me,
foresta casentina.
Vedo che le palme sono curve,
come fango del tuo viso,
come la tua rovina,
come la tua foresta.
Un’altra volta come uomo perduto
sto tornando verso te.